Vita da cosplayer: il giorno del photoset

Atteso tanto a lungo.
Temuto da alcuni.
Il giorno del photoset.

Che cosa fa il cosplayer il giorno di un photoset programmato e per cui si sta preparando da mesi?

Il cosplayer medio il fatidico giorno si sveglia almeno due o tre ore prima di quando ha programmato l'uscita da casa, o prima se ha un trucco particolarmente complicato da fare (cosa che avrà sicuramente cronometrato nei giorni prima proprio per non avere brutte sorprese e riuscire a prepararsi in tempo).
Si sveglia, dicevamo, fresco e riposato? Dovrebbe, ma in realtà ha dormito poco più di quattro ore per riuscire a finire in tempo un pezzo del suo cosplay, ritrovandosi così la mattina dopo con delle occhiaie che sembra quasi non dorma da una settimana (e forse è pure vero), che dovrà coprire con molto trucco, cosa che allungherà ancora di più la fase del trucco, cosa che non aveva considerato altrimenti si sarebbe svegliato mezzora prima, ma con ancora più occhiaie, ed è così un circolo vizioso, senza fine, che ad un certo punto era meglio non andar neanche a dormire ed iniziare a truccarsi direttamente.

Si sveglia e con le sue occhiaie si trascina verso la cucina e si prepara una salutare colazione. Salutare? Ma chi vogliamo prendere in giro. Si prepara litri di caffè (il migliore amico di ogni cosplayer) e cerca di mangiare più velocemente possibile quello che gli capita a tiro per cercare di recuperare tempo perché non si sa come, ma è già brutalmente in ritardo sulla tabella di marcia.

Torna così alla sua posizione di trucco: tazza di caffè bollente in una mano e lente a contatto pronta all'uso in bilico sul dito dell'altra.
Momento cruciale.
Mette una lente. Nessun problema.
Mette l'altra lente. Un bruciore assurdo. Fiumi di lacrime che scendono dagli occhi.
La toglie, la lava e la rimette. Tutto bene, come se non fosse successo nulla.
Ottimo.
Può passare alla base per il trucco.
Crema idratante. Correttore. Fondotinta. Altro correttore. Cipria. Ombretto. Altro ombretto. Ancora ombretto. Matita bianca. Matita nera. Ciglia finte. Attaccati stupida ciglia finta. Eyeliner. La codina di eyeliner fa schifo. Struccante. Riprova con l'eyeliner. Va beh dai, è una codina passabile. Mascara. Blush. Matita per sopracciglia. Pettinino per sopracciglia. Burro cacao. Rossetto.
Complimenti. Ora sembri proprio una battona.
Ora i capelli.
Prova a fare le trecce per riuscire a farli stare sotto la parrucca. Non ci riesce. Spazzola i capelli. Ancora. Ancora. Troppi capelli. Prova a fare le trecce per riuscire a farli stare sotto la parrucca. Ci riesce. Fissa le trecce alla testa tramite mille mila forcine ed ancora ne servirebbero per far star su tutto quanto, ma deve risparmiare forcine per fissare la parrucca alla testa. Retina a profilattico. Altre forcine. Parrucca. Cerca di centrare la frangetta. Non è centrata. Tira di qua, un po' troppo. Tira dall'altra parte, perfetto. Metti altre forcine che se no non sta su.

Si alza dalla sua postazione trucco, gli mancano 15 minuti prima di partire. E' ancora in mutande. Mette le calze. Ne mette un altro paio che fa freddo. Sottogonna e gonna. Scarpe. Canottiera della salute. Maglia della salute che se poi ti prendi il raffreddore?!  non vuole sentirselo dire. Giacca del cosplay. Pezzo di armatura sul braccio destro. Pezzo di armatura sul braccio sinistro. Pendenti sulle maniche. Fulard di pizzo e spilla. Stivali. Pettorale dell'armatura.
Il cosplayer è finalmente pronto per il suo grande giorno.
Guarda il cellulare e messaggio da parte del fotografo siamo in ritardo di 10 minuti.
Beve dell'altro caffè per non bestemmiare in aramaico antico. Si risistema il rossetto.

E ora finalmente esce di casa, con in braccio cinquantadue sacchetti di roba, in caso servisse qualcosa di particolare per le foto, il cosplayer è preparato.
Un sole accecante, ma si è dimenticato gli occhiali da sole nell'altra borsa.
Sale in macchina con il fotografo, l'aiutante del fotografo ed il suo assistente personale (addetto allo strascico del vestito) e partono alla volta della location stabilita, sulla scalinata della chiesa di un paesello di 2000 anime, con i vecchiotti che non capiscono che cosa stia succedendo e gridano all'apocalisse (anche se il cosplayer fosse vestito da principessa Disney, sarebbe l'apocalisse in ogni caso).
Il cosplayer prepara le ultime cose, ripassa mentalmente le varie pose, le varie espressioni, guarda in giro per vedere se c'è un angolino in cui vuole assolutamente fare le foto.
Il fotografo accende la macchina, controlla di avere spazio sufficiente nella memory card, di avere abbastanza batteria.

Sono pronti entrambi.

Qualche posa di riscaldamento, qualche foto per aggiustare la luce e poi via, scatti a raffica, il cosplayer continua a cambiare posa, espressione, ma aspetta un attimo che magari la mano è meglio metterla così, ma il fotografo si è già spostato, ha cambiato inquadratura, il cosplayer cambia posa ancora, sembra che stiano facendo una gara di velocità, ma non si capisce chi vince e chi perde.
Momento di pausa.
Tirano il fiato entrambi. Il fotografo controlla quello che ha scattato fino a quel momento, mentre il cosplayer si mette il velo (che per la serie "semplice e discreto" è lungo 6 metri) per cambiare un po' stile e dare più movimento alle foto.
La gara di velocità riprende, tra scatti, espressioni strane, il velo che viene mosso dal vento.
Tutto finisce all'improvviso, com'era cominciato.
Il fotografo mostra le foto al cosplayer che in realtà non riesce a vederle molto bene perché proprio in quel momento la lente ha iniziato a fare un male cane, ma il fotografo sembra molto soddisfatto, quindi il cosplayer si fida ed è tranquillo.
Finito.
Si torna a casa.
Il cosplayer si toglie i cinquantadue strati di vestiti che ha addosso, li butta alla rinfusa sul letto, si toglie un po' di trucco giusto per essere più presentabile in ambito civile e torna ad essere un normalissimo babbano. Ci ha messo più a prepararsi che a fare le foto, e ci metterà ancora di più a sistemare tutte le cose che dalla fretta ha lasciato in giro. Ma per il momento non importa, chiude la porta della camera e ci chiude dentro tutto il casino.
Ora è tempo di andare a bere qualcosa di caldo e mangiare un dolcetto con tutto lo "staff", il resto può attendere.

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